Slc Cgil: Almaviva, si affronti subito questione Call Center

"Si consuma in questi giorni, nella indifferenza pressoché generale, l’ennesima puntata di una vicenda tristissima che riguarda un settore, quello dei call center, circa 80 mila addetti sul territorio nazionale, e in cui le regole sono sempre meno una certezza, e un’azienda, Almaviva, lanciata in una folle corsa verso lo svilimento totale dei diritti dei propri lavoratori.
Lo scorso dicembre, – si legge in un comunicato di Slc Cgil Basilicata a firma della segretaria regionale Anna Russelli –  Almaviva consumava il licenziamento di 1666 lavoratori (il più grande licenziamento di massa dagli anni 70), “colpevoli” di non aver voluto sottostare al ricatto di condizioni di lavoro sempre peggiori e retribuzioni sempre più povere, ampiamente in deroga al Contratto Collettivo di settore.
Si trattava del sito di Roma e di una delle peggiori pagine della storia del lavoro nel nostro Paese.
Dopo gli accordi capestro firmati a Napoli e a Palermo, due giorni fa, un accordo pressoché identico viene sottoposto al voto presso il sito di Milano. Con un coraggio e una dignità esemplari, 332 lavoratrici e lavoratori di Almaviva Milano (solo 107 i voti a favore) hanno detto NO, respingendo l’accordo ai mittenti e lanciando a chiara voce un segnale: i lavoratori del settore sono sfiniti da anni di sacrifici, tensioni, ricatti di perdita del posto di lavoro e condizioni non più accettabili. Per tutta risposta, Almaviva, vincitrice di cospicue commesse anche pubbliche, pone in atto una immediata ritorsione, inviando lettere di trasferimento a 60 lavoratori dal sito di Milano a quello di Rende (improvvisamente interessato da un salvifico aumento dei volumi di traffico, salvo chiedere nella stessa giornata ai dipendenti di smaltire ferie e permessi in eccesso entro il mese di ottobre).
Ora basta. Il governo non può più comportarsi – come troppo spesso ha fatto in questi mesi – da spettatore terzo, indifferente rispetto alle vicende che si consumano sulla pelle di migliaia di famiglie. Il settore dei call center non può più essere una zona franca, nella quale, a discapito di tutto, trionfa un solo “valore”: quello della massimizzazione del profitto.
In Basilicata, le aziende di call center, impiegano diverse centinaia di addetti, i quali non tutti godono di condizioni di lavoro esemplari. Vi sono realtà importanti; in alcune è garantito il rispetto di contratti e leggi e in altre, invece, si consumano, purtroppo, quotidianamente, violazioni e non rispetto delle regole. C’è poi una questione ineludibile: in un settore in cui da anni si perpetua una cannibalizzazione ai danni dei lavoratori, anche quegli ambiti ancora “sani” dal punto di vista del rispetto delle norme e dei contratti, prima o poi verranno inevitabilmente intaccate.
Occorre dunque mettere ordine immediatamente nel settore a partire dalla immediata convocazione di un tavolo nazionale per i call center".

Bas 05

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