Il Presidente dell’Upi Basilicata e della Provincia di Potenza Piero Lacorazza ha inviato, questa mattina, una nota sui “Tagli alle Province” alle segreterie nazionali e regionali del sindacato della Funzione Pubblica, per richiamare la loro attenzione sui gravi effetti che i tagli, operati con criteri iniqui, potranno avere sul personale di tali enti, già penalizzato dalle precedenti manovre finanziarie. Allegato alla nota il dossier “Province. Case di vetro”, l’operazione trasparenza che l'Ente ha inteso promuovere a livello nazionale per offrire una ricognizione puntuale dei bilanci delle province, e un’analisi di come, nel corso di questi anni, siano stati distribuiti i tagli e, quindi, di quali siano le relative ricadute sui cittadini.
Nei giorni scorsi nota e dossier sono stati inviati anche al Ministro dell’Interno On.le Annamaria Cancellieri, al Sottosegretario di Stato On.le Dott. Saverio Ruperto, al Commissario straordinario (ex decreto-legge n. 52 del 2012) On.le Enrico Bondi e al Direttore dott. Giancarlo Verde della Direzione Centrale della Finanza Locale Ministero degli Interni .
Obiettivo del dossier è sottoporre all'attenzione dei destinatari un importante elemento di riflessione: le Province, ai sensi del DD.L. 78/2010 e 201/2011, sono state già oggetto di tagli per l’anno 2011 e per il 2012 per un totale di 915 Meuro. Tali tagli hanno creato una profonda situazione di iniquità e disuguaglianza all’interno del sistema delle Province italiane, perché alcune di quest'ultime sono state letteralmente martoriate dalle decurtazioni mentre altre, privilegiate, hanno subito solo lievi riflessi del tutto marginali.
“I dati dimostrano – ha affermato Piero Lacorazza – che in questi anni sono state fatte molto chiacchiere ma pochi fatti, con il rischio che a pagare siano sempre gli stessi. E’ ora di definire fabbisogni, costi standard, fondo di riequilibrio che siano in linea davvero con una maggiore responsabilità e autonomia degli enti locali. “Province, case di vetro” è esattamente la sfida necessaria per uno stato più efficiente e meno costoso. E' un lavoro che va oltre i dati di riferimento dell’Upi e che, ancor di più, giustifica l’insostenibilità del taglio da 500 milioni di euro, essendo incomprimibili i costi per le funzioni delegate dalle regioni (es. trasporti) e per quelle finanziate con fondi comunitari (es. formazione).
“Il dossier evidenzia – ha concluso – anche le contraddizioni dei cosiddetti consumi intermedi: vengono considerati tali quei costi per servizi gestiti in house, mentre non lo sono i trasferimenti, magari per le stesso servizio, verso altri istituzioni ed enti che hanno, aggiungo, cda (consigli di amministrazioni) nominati dalla politica. Strano Paese il nostro. Infine i dati pubblicati dimostrano come vi sia la necessità di un riequilibrio vero, poiché i tagli degli anni precedenti hanno molto penalizzato alcune province, lasciando quasi indenni altre. Il Governo, con la legge di stabilità, e declinando concretamente i principi di equità, giustizia sociale e razionalizzazione della spesa, potrà correggere queste distorsioni, per evitare le quali la stessa Unione delle province italiane è chiamata a fare la propria parte”.(r.s.) bas 02