Per il capogruppo del Pd “oggi come allora servono unità politica e programmazione. Il miglior modo per ricordare i morti del terremoto del 1980 o della pandemia del 2020 è quello di lavorare al meglio a favore dei vivi”
“Per noi lucani il 23 novembre non potrà mai essere un giorno qualunque. Quella terribile domenica di quarant’anni fa rimane scolpita nella memoria di ognuno di noi. E’ una di quelle giornate di cui ricordiamo esattamente cosa facevamo a quell’ora. Esattamente come il 23 novembre 2003 con la marcia dei centomila contro la realizzazione del deposito di scorie nucleare a Scanzano Jonico, altra data indelebile che ha forgiato l’identità di una regione. In questa occasione però, voglio uscire dalla retorica di questi giorni. E lo faccio riportando una intervista rilasciata dieci anni fa dall’allora consigliere regionale Vincenzo Viti, testimone e protagonista di quelle tragiche giornate. Viti ci riporta la grande solidarietà ricevuta da parte di tutta Italia, l’impegno della nascente protezione civile guidata allora dall’On. Zamberletti, ma soprattutto, ricorda il grande sforzo unitario profuso dal Consiglio Regionale dell’epoca, il lavoro portato avanti in modo compatto e condiviso dalla maggioranza e dalla minoranza rappresentata dai consiglieri Calice, Collarino e Schettini”.
Così il capogruppo del Pd, Roberto Cifarelli che aggiunge: “ Questa è la lezione che oggi dovremmo trarre da quella drammatica esperienza. In queste giornate difficili di pandemia dovremmo seguire quell’esempio di alto senso delle Istituzioni al di là dei colori politici di ognuno. Oggi come allora solo l’ unità istituzionale e la programmazione condivisa potranno creare le condizioni per una Basilicata del 2030 più coesa e più moderna. Nel corso degli anni, lo Stato ha stanziato circa 30 miliardi di euro destinati alla ricostruzione e allo sviluppo industriale delle aree colpite dal sisma. In Basilicata è stato ricostruito il 90 per cento delle abitazioni private con un finanziamento complessivo di circa 2,5 miliardi di euro (circa 4.840 miliardi di vecchie lire). Gli interventi programmati per la realizzazione di infrastrutture e zone industriali ha visto la Basilicata interessata con sette aree, fra queste ricordiamo San Nicola di Melfi, Balvano, Valle di Vitalba e Tito, e l’insediamento di una serie di attività imprenditoriali che con il tempo hanno avuto alterne fortune”.
“A testimonianza di quanto fatto allora – continua – e nonostante i ‘chiaroscuri’ amministrativi che la cronaca ci ha raccontato, ritroviamo gli esempi virtuosi degli insediamenti produttivi della Ferrero a Balvano e dei tanti piccoli imprenditori locali che sulla scia di quanto realizzato hanno acquisito con il passare degli anni una matura e innovativa cultura di impresa. Oggi, nel continuare il parallelismo tra terremoto e pandemia, con le misure messe in campo dall’Unione Europea, Recovery Fund e Programmazione 2021-2027, la nostra regione avrà una disponibilità finanziaria di gran lunga superiore. Per questo occorre ancora di più dare centralità ad una attività pianificatoria che veda coinvolte tutte le forze politiche, le rappresentanze datoriali e sociali ed il territorio nel suo complesso”.
“Per onestà intellettuale dobbiamo ammettere – conclude Cifarelli – che finora non abbiamo visto né unità istituzionale, né tantomeno programmazione condivisa dai diversi soggetti politici e sociali. Sarà bene cambiare atteggiamento, se no, nei confronti dei lucani di domani, saremo moralmente responsabili di quanto oggi non abbiamo fatto. Il miglior modo per ricordare i morti del terremoto del 1980 o della pandemia del 2020 è quello di lavorare al meglio a favore dei vivi”.