Tinchi; De Filippo: evitare stesso errore di Maratea

“Per salvaguardare le strutture non serve indicare numeri di posti letto, ma individuare funzioni. Ed è ciò che stiamo facendo”

Annuncio dell’intenzione di presentare entro la fine dell’anno il Piano sanitario regionale, disponibilità a bloccare i programmi per portare a Tinchi il centro specializzano in Neuropsichiatria infantile dell’Irccs Stella Maris, ma un appello alla “buona politica che riesce anche sconfiggere pregiudizi”. Con questi argomenti il Presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo ha replicato al dibattito sulle mozioni relative all’ospedale di Tinchi, giudicandole “un sorprendente acceleratore, sebbene a soli tre mesi dalla nascita della giunta, per definire la materia sanitaria”, ed esprimendo parole di apprezzamento per l’opera dell’assessore Attilio Martorano.
Una replica partita con un ringraziamento alle “belle e sincere parole del consigliere Pici su quanto avvenne dieci anni fa per l’ospedale di Maratea. In quell’occasione abbiamo perso un’opportunità: legammo la passione e la ribellione di una comunità a una declinazione della Sanità desueta che dovevamo emendare”.
L’ammonimento a non fare lo stesso errore su Tinchi, a evitare che quell’ospedale chiuda, è stato il nucleo centrale dell’intervento di De Filippo. “Noi – ha detto – abbiamo fatto la scelta di non chiudere nessuna struttura ma per riempire di contenuti tutti gli ospedali così detti distrettuali abbiamo scelto di utilizzare quella percentuale di posti di Residenza sanitaria assistita e Riabilitazione che quasi ovunque è stata appannaggio del mercato della sanità privata. Abbiamo rafforzato la medicina sul territorio tenendo in equilibrio i conti a vantaggio dei cittadini – ha detto – e negli ultimi 10 anni l’emigrazione sanitaria è costantemente diminuita mentre l’arrivo di pazienti da fuori regione è costantemente aumentato. Per Tinchi, ma a questo punto per un’altra destinazione regionale, avevamo pensato alla Stella Maris che si occupa di una patologia che in Basilicata incide per 4 o 500 casi l’anno e che vede il 40% dei pazienti della Stella Maris di Pisa costituiti da pazienti lucani, campani, pugliesi e calabresi. Era un modo per dare a Tinchi una funzione possibile per sempre e questo si fa non mettendo un numero di posti letto, ma servizi. Ma ora, sgombrato il campo da questa ipotesi, vogliamo discutere su quali funzioni poter portare lì e siamo pronti a farlo già nei prossimi giorni. Mettere in campo una meccanica del voto che sembra destinata a non produrre risultati, a fronte di questo, non serve a niente”.

 

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