"Trovo inaccettabili le giustificazioni dell’ex sottosegretario Senatore Guido Viceconte. Inaccettabili e scomposte, considerato che io non ho mai dichiarato né pronunciato il suo nome come l’unico vero responsabile di quello che viene descritto e vissuto come uno scippo di un territorio a vantaggio di un altro. Se dovessi fermarmi a considerare l’antico brocardo latino “excusatio non petita accusatio manifesta”, concluderei per l’inutilità di una interlocuzione". Con queste parole il sindaco di Melfi, Livio Valvano, replica al Senatore Viceconte.
"Al contrario, mi permetto di invitare il senatore Viceconte ad un approfondimento e soprattutto a fare ciò che afferma- continua Valvano- cioè farsi garante della coesione dell’intera Regione Basilicata”. Il punto che il senatore Viceconte non vuole cogliere non è la sopravvivenza del Tribunale di Lagonegro, di cui siamo contenti comunque. Il punto è come si arriva ad una decisione, con quali criteri, con quale livello di discrezionalità.
Quando ad una comunità si chiede di sopportare un sacrificio è fondamentale coinvolgerla e spiegarle il perché. Se non si è in grado di farlo e fino a questo momento nessuno è stato in grado di farlo, la scelta si qualifica come arbitraria, prepotente, figlia appunto della presunta capacità di lucanizzare ovvero “lagonegrizzare” un territorio a discapito di un altro. Alla comunità del Lagonegrese non serve questo; questo si che sarebbe vero provincialismo-campanilismo muscolare di cui qualcuno va fiero. Sarebbe un atteggiamento troppo miope, che non attribuisco al sindaco di Lagonegro, né alla sua comunità. Il disappunto che esprimo per Melfi, ma che provano anche gli altri comuni dell’area nord, si riferisce proprio all’incapacità dimostrata di affrontare una situazione delicatissima, nei tempi giusti, utilizzando criteri condivisi, limitandosi a giocare allo scarica barile o a fare necrologi a morte avvenuta. Meglio sarebbe stato discutere per tempo, motivare e coinvolgere".
bas 02