Uil, incrementate ore Cassa integrazione

Tra aprile e maggio scorsi la Basilicata registra un incremento complessivo di ore di cassa integrazione guadagni pari a +268%, passando da circa 373mila di ore di aprile a circa 1 milione 400 mila di ore di maggio, con un netto aumento della cassa ordinaria (+227 per cento) e della cassa in deroga in provincia di Potenza che schizza a +665% in un mese. In forte crescita anche il numero dei lavoratori coinvolti che, a maggio, sono in Basilicata 8.088 unità (circa 5.800 in più in un mese e +1.566 in un anno), di cui 4.122 per l’ordinaria, 3.753 per la straordinaria e 213 per la cig in deroga. E’ la provincia di Potenza a segnare i dati più negativi, con oltre 1 milione 180 mila ore di cig complessive erogate di cui 590mila per l’ordinaria, 570 mila per la straordinaria e 25mila per la cig in deroga, a fronte di 194mila ore concesse in provincia di Matera di cui 111 mila di ordinaria, 73mila straordinaria e 11mila in deroga.
Sono i dati principali per la Basilicata contenuti nel 29esimo Rapporto Uil sulla cassa integrazione guadagni aggiornato ad mese di maggio scorso.
Certamente il dato generale – è il commento di Carmine Vaccaro, segretario generale regionale UIL Basilicata – è figlio di disuguaglianze, settoriali, aziendali e territoriali e questo quadro è, appunto, confermato anche dall’andamento dell’utilizzo dello strumento principale dal punto di vista della protezione sociale per i lavoratori colpiti dalla crisi che è appunto la Cassa integrazione.
Con questo rapporto abbiamo inteso anche “osservare” l’andamento della Cassa Integrazione in raffronto con il 2010, per non limitarci al rapporto contingente aprile-maggio, per aver una visione più temporalmente adeguata alla complessità del fattore “crisi” e di come essa altera il nostro quadro produttivo ed occupazionale. Nel confrontare i primi 5 mesi del 2011 con il corrispondente periodo del 2009 e del 2010 – sottolinea il segretario della UIL – emerge come i livelli siano non solo ancora molto alti, ma ben superiori all’anno horribiliis, il 2009, rispetto al quale il 2011 registra un aumento complessivo di richieste. L’aver garantito anche nel 2011 e nel 2012 la possibilità per molte imprese, medio-piccole, ma non solo, di alleviare il disagio occupazionale ricorrendo alla cassa in deroga, è stato importante ma, assolutamente, non si deve abbassare la guardia sul tema dello sviluppo , della crescita e di come incentivare nuova e buona occupazione. Su quest’ultimo tema, è positivo che per il Mezzogiorno si avvii rapidamente il sistema incentivante assunzioni stabili con il credito d’imposta occupazione ed, in generale, in generale si promuova con l’apprendistato un efficace incontro tra domanda ed offerta di lavoro collegato all’efficace formazione per i giovani.
In termini settoriali si conferma il vasto mondo della piccola impresa, terziario ed artigianato, il più in sofferenza e questo deve portare, rapidamente a dare certezze ai migliaia di lavoratori che vi operano con il garantire, anche nel 2011 e nel 2012, che si proroghi l’accordo Governo-Regioni sull’estensione della Cassa Integrazione in deroga alle imprese scoperte da questo importante ammortizzatore. Certamente ciò rischia di non essere sufficiente a garantire un futuro meno angoscioso. Si dovrà, infatti, intervenire affinché, finalmente entri in campo una efficace politica attiva a sostegno della ricollocazione di migliaia di lavoratori che, in molti casi, non ritorneranno alla piena attività nell’azienda di provenienza. Più formazione dedicata, più orientamento – dice il segretario della UIL – sono le ricette per passare da un doveroso intervento che garantisca il reddito ad azioni tese a dare un lavoro duraturo. C’è dunque la necessità – conclude Vaccaro – di programmi per consentire ad una platea così numerosa di lavoratori espulsi dalla produzione e con poche centinaia di euro al mese di indennità di incrementare assolutamente il reddito per sostenere dignitosamente le proprie famiglie. E’ quello che chiederemo alla Giunta nelle prossime settimane con progetti prioritari e finalizzati, tenuto conto che l’età media di questi lavoratori è molto alta (46 anni) e pertanto c’è bisogno di provvedimenti straordinari perché è sempre più difficile prevedere un loro ritorno al lavoro in fabbrica.
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