Dalla natura alle “pietre parlanti”, fino alle “sette luci dei monti” e agli “artigiani del gusto: la valle vista con gli occhi degli operatori che hanno partecipato al progetto “Valore Natura”
E’ una nuova guida turistica della Val d’Agri il risultato del progetto “Valore Natura”, finanziato dal Programma Operativo Val d’Agri–Melandro–Sauro–Camastra e realizzato dal Wwf, che ha visto impegnate attivamente 56 aziende del territorio. Presentata al pubblico questa mattina presso il Monastero di Santa Maria d’Orsoleo di Sant’Arcangelo, la guida dal titolo “Invito in Basilicata- Viaggiare in Val d’Agri” rappresenta solo il primo risultato di un progetto che, non si esclude, possa avere nuove evoluzioni per lo sviluppo del turismo sostenibile.
Quattro itinerari che vogliono andare oltre il classico sottolineando gli aspetti che le aziende partecipanti, partendo dal fattore ambientale e dalla sua conservazione, hanno ritenuto necessario evidenziare per valorizzare il comprensorio. Se l’itinerario naturalistico si dimena lungo i boschi e le montagne dell’area seguendo le indicazioni di chi conosce il territorio e sa dove poter godere dei migliori paesaggi, è il percorso delle “pietre parlanti” che susciterà l’attenzione del visitatore. Un avvicendarsi lungo le pietre che da sempre hanno contraddistinto la Val d’Agri, dai sassi delle montagne ai resti delle Abbazie o dei Monasteri, ed ancora Grumentum con i resti romani per proseguire ed abbattersi, come scriveva Carlo Levi, “nei precipizi di argilla bianca su cui le case stavano come liberate nell’aria”.
Tanti luoghi che trovano nel culto mariano una radice comune, quella delle “Sette luci dei monti” che vedono nelle sette madonne che, per alcuni mesi dell’anno dimorano sui monti, il collante con la vita contadina e le sue attività. L’itinerario spirituale rappresenta quindi il terzo percorso individuato dalle 56 aziende partecipanti, il mescolarsi della religione a leggende popolari conduce il visitatore a scoprire una nuova faccia della Val d’Agri, quella che gli abitanti danno per scontata perché da sempre vissuta ma che potrebbe incuriosire il turista sotto vari aspetti quali quello sociologico, antropologico e culturale.
Da ultimo il piacere del palato, l’itinerario che il Wwf ha voluto nominare “gli artigiani del gusto” e che si dimena lungo due direttrici: la prima quella dei prodotti dal valore già riconosciuto, la seconda quella dei sentieri meno battuti che conduce alla scoperta di tuberi e radici, di prodotti caseari e salumi che da sempre sono sulla tavola dei valligiani anche se non hanno ottenuto riconoscimenti ufficiali. Un percorso a ritroso che partendo dall’ambiente in cui il prodotto nasce, conduce a chi lo crea e permette al turista di incontrare l’allevatore e chi ogni giorno cura la terra e ne ricava i frutti.
Tanti itinerari che nella loro semplicità vogliono rispecchiare la personalità della Valle, pronta ad accogliere coloro che hanno voglia di scoprirne le bellezze nel rispetto della natura considerata quale elemento cardine da preservare per lo sviluppo turistico.