Si è svolto a Viggiano alle ore 15 presso la Sala Verdi del Comune valdagrino, l’ incontro istituzionale tra i sindaci della Valle e l’Eni in merito alle notizie apparse sui giornali l’altro ieri, riguardanti i lavoratori trasferiti dallo stabilimento in dismissione di Gela al Cova – Centro Olio Val d’Agri.
Immediatamente il giorno dopo il comunicato dei sindaci l’incontro svolto a Viggiano tra i primi cittadini della Valle e la multinazionale, ha visto posporre al gelo iniziale parole via via sempre più preoccupate da parte dei sindaci in merito al presunto affluire di lavoratori da fuori regione.
il tavolo di concertazione istituzionale immediatamente convocato dal sindaco di Viggiano e consigliere provinciale Avvocato Amedeo Cicala ha rimarcato quanto di buono fin ora è stato fatto in termini occupazionali e quanto ancora si può fare. La Val d’Agri – ha ribadito Cicala a nome dei sindaci – per quel che dà alla Nazione in termini di fiscalità e alla stessa multinazionale in termini di utili, sicuramente potrebbe ricevere qualcosa in più per favorire una maggiore occupazione locale.
I sindaci, hanno anche sottolineato come il momento “storico” particolare con una grave crisi occupazionale in atto, impone alla multinazionale di compiere scelte che vadano verso un ridimensionamento del fenomeno di operai assunti fuori regione, e ci si spinga invece ad assumere almeno il 70% di disoccupati/precari locali.
L’Eni dal canto suo ha smentito i numeri apparsi sulla stampa, ed ha confermato solo – per modo di dire – le 70 unità fin ora giunte al Cova.
Il Sindaco di Viggiano ha ribadito come le preoccupazioni dei sindaci sono anche la preoccupazione del Sindaco di Viggiano, ed ha sottolineato la velocità con la quale il tema è stato subito affrontato, anche perché al di là del gelo iniziale, se i problemi si chiariscono subito prima si smorzano le polemiche. Il Sindaco di Viggiano – ribadisce le preoccupazioni degli altri sindaci e sottolinea il dato essenziale: Al Cova bisogna avere il 70% di assunti locali. Bisogna migliorare gli ambiti formativi dei nostri disoccupati – in conclusione ha evidenziato Cicala – meglio formare locali che costano meno ed evitare così che giungano al Cova persone non qualificate provenienti da altre regioni.
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