Il consigliere regionale del Pdl dopo la discussione, in Consiglio regionale, sull’Ospedale di Tinchi parla di “incapacità della maggioranza nel prendere decisioni di estrema importanza per la comunità lucana”
“Non votando le mozioni presentate sulla delicatissima questione che riguarda l’Ospedale di Tinchi – dice Venezia – la maggioranza del Governo lucano ha dimostrato tutte le sue debolezze all’affacciarsi di decisioni di estrema importanza. Riflettendo sull’intervento, in prima battuta, dell’assessore alla Sanità, Attilio Martorano, ed in conclusione, del presidente De Filippo, accorso in tutta fretta per cercare di calmierare gli animi di un ambiente caldo, si ha la netta impressione che la squadra assemblata dal governatore faccia acqua da tutte le parti”.
“Ci saremmo aspettati una presa di impegno concreta e solidale verso la comunità pisticcese e non un semplice rinvio a tempi migliori. Purtroppo non è stato così. L’Ospedale di Tinchi, alla luce dei fatti – dichiara Venezia – non esiste più perché sostituito da un poliambulatorio di scarsa qualità. L’impasse che ha colpito la maggioranza costituisce la prova del non essere in grado di risolvere i problemi della comunità lucana. All’indomani della vittoria elettorale, sembrano essere svaniti i proclami di successo e le magnanime promesse di sviluppo. Confusione e sbandamento, cercando di arrabattare giustificazioni alla mancanza di competenza, diventano un realtà certa quando anche prestigiosi alleati della coalizione di centro sinistra, come i colleghi Autilio e Benedetto, firmatari di una delle due mozioni, prendono le distanze da tali comportamenti irresponsabili ed incomprensibili”.
“Fatto sta che, alla luce dello scadente risultato dell’ultimo acceso Consiglio regionale, il cammino di questo Governo sembra aver preso un’ardua salita, la cui vetta, con questa cattiva preparazione, sembra essere sempre più distante. Concludendo – afferma il consigliere del Pdl – l’auspicio è quello di addivenire ad un nuovo Piano sanitario regionale che guardi alle necessità della popolazione lucana e non più al servizio delle esigenze di un sistema clientelare”.