Vita: serve un nuovo modello di welfare municipale

A sottolinearlo il capogruppo Psi e presidente della Consulta Autonomie Locali del Psi, facendo riferimento al documento di proposte per il Sud che il Consiglio nazionale Anci ha presentato a Lamezia Terme

“C’è bisogno di un nuovo modello di welfare municipale che è strettamente legato ad un nuovo modello di governance locale basati, entrambi, sul concetto che l’ente locale non può essere più considerato apparato politico-amministrativo tradizionale ma in stretta sinergia con tutte le diverse componenti che, vivendo in piccole e grandi città-territorio, possono partecipare attivamente alla realizzazione delle condizioni di benessere dei cittadini, rendendo effettivamente fruibili i diritti ai servizi sociali primari”. A sostenerlo è Rocco Vita, capogruppo Psi in Consiglio regionale e presidente della Consulta Autonomie Locali del Psi, facendo riferimento al documento di proposte per il Sud che il Consiglio nazionale Anci ha presentato oggi a Lamezia Terme.

Nel sottolineare che “l’appello lanciato dal sindaco di Potenza e delegato Anci al Mezzogiorno, Vito Santarsiero, sui tagli alla spesa corrente nel Sud è ancora più allarmante in quanto mette a rischio la tenuta sociale”, Vita ha evidenziato che “nel 2011 i fondi nazionali per gli interventi sociali hanno perso il 63% delle risorse stanziate dallo Stato rispetto all’anno precedente. Invece, è stato cancellato del tutto quello per la non autosufficienza, per cui era previsto uno stanziamento di 400 milioni (in dotazione nel 2010). Sempre nello scorso anno, la spesa sociale dei Comuni – che comprende servizi a favore degli anziani, dei minori, dei diversamente abili e rivolti verso il disagio – è diminuita dell’1,8%. Nel contempo, come se non bastasse – rileva Vita – le tasse e le tariffe dei servizi aumentano. Sia chiaro razionalizzare è una necessità ma ci sono ampi margini di miglioramento sul modo in cui viene portato avanti questo processo che è molto simile ai tagli lineari che venivano fatti in passato”.
“I più grandi punti interrogativi al momento – continua il dirigente del Psi – riguardano, da una parte, il criterio che verrà effettivamente usato per ripartire il taglio di 2 miliardi di euro nel 2013 tra tutti i Comuni. Sembra che tale criterio si basi sulla distanza dei consumi intermedi di ciascun ente dalla mediana rilevata a livello nazionale: chi si discosta di più (ovviamente verso l'alto) in rapporto alla popolazione residente vedrà ridotti i propri trasferimenti in misura maggiore. Dall’altra, come determinare le condizioni e le opportunità di sviluppo di cui c’è assoluto bisogno, attraverso le risorse naturali, storico-artistiche, culturali, turistiche e del territorio, specie per rilanciare l’occupazione”.
Per Vita “’il nuovo civismo’, che è essenzialmente rinnovata partecipazione dei cittadini, e il ‘welfare municipale’, secondo il messaggio che abbiamo lanciato come amministratori locali dalla Festa Nazionale Socialista di Perugia, devono diventare i temi prioritari per affrontare, soprattutto nel Mezzogiorno, la nuova fase di gestione dei Comuni e in generale degli Enti Locali. Una battaglia da condurre contestualmente a quella per la trasparenza, dando attuazione alla legge istitutiva dell’Anagrafe degli eletti e, la vicenda della Regione Lazio insegna, con la riduzione dei costi della politica e il superamento della ‘spesa storica’ della Pubblica Amministrazione”.

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